Cinque di marzo del '43 Nel fango le armate del duce e del re Gli alpini che muoiono traditi lungo il Don Cento operai in ogni officina Aspettano il suono della sirena Rimbomba la fabbrica di macchine e motori Più forte è il silenzio di mille lavoratori E poi quando è l'ora depongono gli arnesi Comincia il primo sciopero nelle fabbriche torinesi E corre qua e là un ragazzo a dar la voce Si ferma un'altra fabbrica, altre braccia vanno in croce E squillano ostinati i telefoni in questura Un gerarca fa l'impavido ma comincia ad aver paura Grandi promesse, la patria e l'impero Sempre più donne vestite di nero Allarmi che suonano In macerie le città Il dieci marzo, il giornale è a Milano Rilancia l'appello il PCI clandestino Gli sbirri controllano Fan finta di sapere Si accende la boria delle camicie nere Ma poi quando è l'ora si spengono gli ardori Perché scendono in sciopero centomila lavoratori Arriva una squadraccia armata di bastone Fa dietro-fronte subito sotto i colpi del mattone E come a Stalingrado, i nazisti son crollati Alla Breda rossa in sciopero, i fascisti son scappati