E parleremo forse un domani O torneremo ad odiarci come l'acqua e gli origami Se ridi l'impossibile mi sembra più reale O respiri senza vivere facendomi del male Copriti da sola dalle tue insicurezze Dimmi se ci riesci a resistere senza che io ti dica niente Rispondimi al più presto se non sei presente O cerca di restare anche se non c'è più niente Ogni tanto ti penso il quattro di ogni mese Non sarà più lo stesso Quella sera è andato tutto ma non per il meglio Ma dimmi cosa dovrei fare adesso E sei il numero più bello nell'elenco più brutto Sei Milano, il castello col temporale i primi giorni di Giugno Sei Como d'inverno tra la neve Che dipinge il Duomo col suo pennarello di cenere Io che rido e poi piango Quando la sera ti penso Qui in mano ho soltanto mozziconi E mi sento d'intralcio quindi spengo il telefono Mi rimane accanto il mio cuscino in silenzio È un po' complicato, eh Vivere in apnea sapendo che non prenderai più fiato Che non vivi il passato, che il tempo passa E lascia gli scarti del piatto in cui hai mangiato In cui tu vivevi, in cui sorridevi E piangi sui pensieri in cui vivevi In cui sorridevi (sorridevi) E sei il numero più bello nell'elenco più brutto Sei Milano, il castello col temporale i primi giorni di Giugno Sei Como d'inverno tra la neve Che dipinge il Duomo col suo pennarello di cenere Io che rido e poi piango Quando la sera ti penso Qui in mano ho soltanto mozziconi E mi sento d'intralcio quindi spengo il telefono Mi rimane accanto il mio cuscino in silenzio Soltanto il silenzio, soltanto il silenzio Soltanto il silenzio, soltanto il silenzio