Acchiappabicchieri, ascolta Lo dico un'altra volta: Io non capisco proprio tu che amico sei Sono un signore dell'Ottocento, sperduto nel Duemila E se c'ho un po' d'arsura Ci voglio bere su E tu le mie bottiglie Le fai sparire via Non pensi che sia tutto inutile? Eppure siamo uguali Oure se c'ho gli occhiali Centimetri di meno e bevi pure tu La stessa fratellanza Che unisce gli individui Che sugli stessi libri c'hanno sognato su E sulle stesse donne Le più impossibili Spergiurano che non lo faccio più E arriveranno giorni a primavera, insieme, è più probabile E signorine belle, verso sera E al suono di un ballabile... E Serenella, non ti offendi Se non ti posso amare più? Che non ho più i 20 anni adesso Di quando c'eri tu, con me... Finisco sotto un ponte o no? Bel musicante, ringrazio il bene e il male, senza distinguere E questo vino è nero, è un vino assai speciale E giuro che a pisciare poi mi dispiacerà E le poesie che scrivo C'hanno il destino mio E finiranno in coriandoli E arriveranno giorni di acquazzoni e, in genere, poi vanno via Se torneranno, prendimi fra le tue lacrime di malvasia Ed i limoni al posto del buon vino, che dovrei non bere più E c'avrei voglia di ascoltarlo, adesso, l'angelus E arriveranno sere e temporali E lasciami tra i fulmini Che qui la terra è buona E, se ci muoio, è come riconoscersi E torna a casa, amico, è tardi Che oggi ormai non bevo più Lo senti il tuono allontanarsi? E fallo pure tu E, Serenella, buon viaggio Tu di strada ne farai Mi fermo qui, che vado adagio, io E adesso dormirei... con te