Costa dodici tarì Fare vela per l'Oriente Chiusi dentro una galea Questo è quello che si sente Ed ormai sono deciso A partire, quindi basta Perché non c'è n'è fortuna Nelle tasche di chi resta Voglio vendere e comprare Seta, zucchero e cannella Ogni femmina assaggiare E sposare la più bella Ché l'amore costa caro Ed è un lusso per signori Meglio allora navigare Che restare a terra soli Casa degna d'un mercante Rispettato fra la gente Quanta invidia che farò Non mi mancherà mai niente Terra grassa d'ogni bene Un giardino, una fontana E ricchezze senza pene Per sorridere al domani E spassarmi con la caccia Fra pernici e faraone Quanta legna a focolare Se rinfresca la stagione Ed un sorso di Tramonti Che ubriaca la campagna Tutto il mondo m' amerà Senza un'ombra di vergogna Ma a frenare i desideri Non è l'ansia di partenza Non è il resto del lavoro Che per vivere m'avanza Non è l'alito del mare Come voce che mi chiama Sono vele di sciagura Ancorate sulla rada Per il giorno di San Sisto Quei bastardi son tornati A spostare fame e sangue Da miserie più lontane E l'imbarco che che mi danno Costa meno d'un pensiero Ché a sognare da signori Ci si sveglia prigionieri