Quando ti ho vista andare, ti ho vista camminare con fretta Per un ultimo addio all'adorato sentimento Prima che scomparisse per svelarne il futuro rimpianto Quando affonderà l'incanto affonderà l'aurora e di bianco non resterà più nulla Camminando con quella fretta hai fermato i venti E a venti fermi ho imparato a mordere l'aria Mi destavo, e i miei giorni erano chiusi dalla grazia Degli impulsi della morte da non nominare e la mia intuizione dal cielo era Solo-di-cose-nere e la malattia suggeriva: veniva cavato l'ossigeno dal midollo alle nostre madri E i nostri padri si schiantavano grande croce di San Davide In quei giorni chiusi, lo so io e lo sai tu, eravamo liberi nell'estrema concessione Nuovamente di amare egualmente la disperazione e tutto L'amore di cui eravamo capaci E tutto l'amore di cui eravamo capaci Ma non lasciar andare alcuno, restava il più alto dei compiti Il sacrificio incondizionato, il giuramento Ma cielo e schiere angeliche hanno visto - e sanno - bene - quel che è - accaduto: A venti fermi tutto quel che poi è successo è successo per mia paura Impaurito quindi, con il panico affrontato a morsi e sciagure Io, la nostra sopravvivenza me la sono garantita Tu l'hai taciuta sbriciolando alla nausea le estati d'amore mentre ancora io urlavo Rimproveravo e urlavo ancora E se, e solo se, i miei giorni verranno di nuovo chiusi dagli impulsi del buio Torna un'ultima volta a ballare con me Nell'ultima luce - per amare egualmente la disperazione e tutto l'amore di eravamo capaci E tutto l'amore di cui eravamo capaci E scendendo e soffocando tu dalle punte in avanti cascando Ti aggrapperai allo sfinimento della piena coscienza del male che ti accade. Mi sverrai tra le braccia, prenderò il tuo corpo in braccio come in braccio Si prende la morta gentilezza. a maternità Sconfitta e nome destinato Come tutti i nomi, a pietra tombale avrai solo un'ultima danza in pregherai La lama Dell'incudine dal pettono, torna in questa stanza a ballare con me in questa luce Che è un luce che uccide In questo paesaggio fatto di angeli In questo ospedale da campo dove non lasciar andare alcuno resta il più alto dei compiti E morire di affezioni alle vie respiratorie il destino Dal mio male finanche il Padre non potrà E vorrà liberarti (La mia luce che vibra E l'aurora che affonda)