Giunse il freddo fra le volte di una notte stellata
Una roccia sventrata nel buio stentava
Onda cupa su una curva di una duna spezzata
E là qualcuno aspettava, ed intanto pensava
Maledetta questa notte, la sua mano fredda
Questa luna splende forte, vuole la mia testa
Adesso tocca a me, adesso tocca a me, me
L'aria cupa qua brucia sotto i colpi di Katiuscia
Ma il cielo oscura le nubi con le sue fauci e sfila
Lame di luce racchiusa nei campi glauchi fuma
Fumi dai buchi tra fulmini e lampi bianchi
Sfondi dipinti a tratti, uomini vinti a traumi
Non c'è luce sulle strade, l'inverno fra queste terre
Le cartucce ghiacciate all'interno delle giberne
Noi spettri nel corpo, fra i resti dei kolchoz
E il cielo piange pece fra neve, macerie e cenere
Freddo nella testa, acquattato con un'idea
Lo scatto della mia destra col ghiaccio nella trachea
Qua vedetta di guerra, qui terra di steppa
Fermo sulla testa il quadrato di Cassiopea
Qua la notte muta, il capo china
Io nascosto nella coltre guardo l'altra linea
Salta un'altra mina, sotto un'altra fila
E alla fine di stanotte ti dirò, ti dirò chi sei
Qua la notte muta, il capo china
Io nascosto nella coltre fino all'alba prima
Prendo un'altra mira, salta un'altra vita
E alla fine di stanotte ti dirò, chiederò, ci sei?
Io qua solo dentro ad un bunker, fermo in punta
Da un mese, per ore a guardare il buio che trapunta la neve
Ieri un'altra vedetta è morta con tre buchi in testa
Mentre stanno maturando i sambuchi nel suo paese
Qua altra sorte, marcia il gelo, neve rossa
Mille corpi sul terreno, schiena rotta, neve in bocca
E sento ancora all'ombra una voce nascosta
Che parla dei ricordi tra i suoi colli di Marostica
Spero dopo tutto questo tu riceverai i miei diari
Anche solo questo è il letto dove pianterai i gerani
Nascosti qua in trecento, avamposto del nulla
'Sta folla trema al vento, è una foglia di betulla
Tra steppe di campi e neve, tra i pezzi di un panzer nero
Con gli occhi intrecciati al buio, fra tetti di fango e gelo
Qua proiettili a mantello che sferzano mezzi in ferro
Qua pezzi di parabellum che spezzano i nervi al cielo
Qua la notte muta, il capo china
Io nascosto nella coltre guardo l'altra linea
Salta un'altra mina, sotto un'altra fila
E alla fine di stanotte ti dirò, ti dirò chi sei
Qua la notte muta, il capo china
Io nascosto nella coltre fino all'alba prima
Prendo un'altra mira, salta un'altra vita
E alla fine di stanotte ti dirò, chiederò, ci sei?
Ora che è finito tutto, baciato dalla fortuna
Ogni notte chiudo gli occhi e rivedo quella pianura
I corpi, la notte buia, li tocco e gli chiedo scusa
E negli occhi di quei morti ritrovo la mia paura
Gambe in spalla col sorriso di chi torna
Torno a casa, la speranza è ancora viva nella cornea
Le vie del dopoguerra, qua l'erba germoglia
E il sole non mi afferra, non rende più l'ombra
Ora che ritorno al borgo, scorgo gli orti dei ricordi
Ci ritrovo la mia casa, sera tardi e campi d'orto
E qua nessuno mi saluta, non mi parla, non mi chiede
Qui chi passa non mi crede e chi mi guarda non mi vede
La mia gente non mi segue e anche se parlo non mi sente
E anche tu che mi aspettavi, passi con lo sguardo assente
Che tu che ti aspettavi hai pianto quando ti specchiavi
Tanto tempo spezza le ali a un'amore trasparente
Risucchiato nella notte ora muoio veramente
Il soldato nella coltre vola via nella corrente
La mia morte nella mente che dimentica per sempre
La morte è nella gente che dimentica chi perde
Qua la sorte non ci celebra
La morte giunge gelida
Genera le fosse
Qua tenebra è la notte
Celebra ma non genera
Gelida, tenebra
E qua la sorte non ci celebra
Ma genera le fosse
La morte giunge gelida
Qua tenebra è la notte
Notte, notte, notte, notte
Una roccia sventrata nel buio stentava
Onda cupa su una curva di una duna spezzata
E là qualcuno aspettava, ed intanto pensava
Maledetta questa notte, la sua mano fredda
Questa luna splende forte, vuole la mia testa
Adesso tocca a me, adesso tocca a me, me
L'aria cupa qua brucia sotto i colpi di Katiuscia
Ma il cielo oscura le nubi con le sue fauci e sfila
Lame di luce racchiusa nei campi glauchi fuma
Fumi dai buchi tra fulmini e lampi bianchi
Sfondi dipinti a tratti, uomini vinti a traumi
Non c'è luce sulle strade, l'inverno fra queste terre
Le cartucce ghiacciate all'interno delle giberne
Noi spettri nel corpo, fra i resti dei kolchoz
E il cielo piange pece fra neve, macerie e cenere
Freddo nella testa, acquattato con un'idea
Lo scatto della mia destra col ghiaccio nella trachea
Qua vedetta di guerra, qui terra di steppa
Fermo sulla testa il quadrato di Cassiopea
Qua la notte muta, il capo china
Io nascosto nella coltre guardo l'altra linea
Salta un'altra mina, sotto un'altra fila
E alla fine di stanotte ti dirò, ti dirò chi sei
Qua la notte muta, il capo china
Io nascosto nella coltre fino all'alba prima
Prendo un'altra mira, salta un'altra vita
E alla fine di stanotte ti dirò, chiederò, ci sei?
Io qua solo dentro ad un bunker, fermo in punta
Da un mese, per ore a guardare il buio che trapunta la neve
Ieri un'altra vedetta è morta con tre buchi in testa
Mentre stanno maturando i sambuchi nel suo paese
Qua altra sorte, marcia il gelo, neve rossa
Mille corpi sul terreno, schiena rotta, neve in bocca
E sento ancora all'ombra una voce nascosta
Che parla dei ricordi tra i suoi colli di Marostica
Spero dopo tutto questo tu riceverai i miei diari
Anche solo questo è il letto dove pianterai i gerani
Nascosti qua in trecento, avamposto del nulla
'Sta folla trema al vento, è una foglia di betulla
Tra steppe di campi e neve, tra i pezzi di un panzer nero
Con gli occhi intrecciati al buio, fra tetti di fango e gelo
Qua proiettili a mantello che sferzano mezzi in ferro
Qua pezzi di parabellum che spezzano i nervi al cielo
Qua la notte muta, il capo china
Io nascosto nella coltre guardo l'altra linea
Salta un'altra mina, sotto un'altra fila
E alla fine di stanotte ti dirò, ti dirò chi sei
Qua la notte muta, il capo china
Io nascosto nella coltre fino all'alba prima
Prendo un'altra mira, salta un'altra vita
E alla fine di stanotte ti dirò, chiederò, ci sei?
Ora che è finito tutto, baciato dalla fortuna
Ogni notte chiudo gli occhi e rivedo quella pianura
I corpi, la notte buia, li tocco e gli chiedo scusa
E negli occhi di quei morti ritrovo la mia paura
Gambe in spalla col sorriso di chi torna
Torno a casa, la speranza è ancora viva nella cornea
Le vie del dopoguerra, qua l'erba germoglia
E il sole non mi afferra, non rende più l'ombra
Ora che ritorno al borgo, scorgo gli orti dei ricordi
Ci ritrovo la mia casa, sera tardi e campi d'orto
E qua nessuno mi saluta, non mi parla, non mi chiede
Qui chi passa non mi crede e chi mi guarda non mi vede
La mia gente non mi segue e anche se parlo non mi sente
E anche tu che mi aspettavi, passi con lo sguardo assente
Che tu che ti aspettavi hai pianto quando ti specchiavi
Tanto tempo spezza le ali a un'amore trasparente
Risucchiato nella notte ora muoio veramente
Il soldato nella coltre vola via nella corrente
La mia morte nella mente che dimentica per sempre
La morte è nella gente che dimentica chi perde
Qua la sorte non ci celebra
La morte giunge gelida
Genera le fosse
Qua tenebra è la notte
Celebra ma non genera
Gelida, tenebra
E qua la sorte non ci celebra
Ma genera le fosse
La morte giunge gelida
Qua tenebra è la notte
Notte, notte, notte, notte
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