Eppure non si moriva più, nessuna traccia di rantoli e saette
Isterica di lagna patriottica la gioia sui pacchetti di sigarette.
Ci si abitua a vivere ma morire mica lo può raccontare chi va in fossa!
Per un capriccio della falce quanti becchini senza beccare ossa!
Dicono che in paese d'Europa la morte smise di vivere,
Accantonandosi per mesi tenne increduli e accesi di domande a cui non rispondere.
Malati terminali eterni e i vecchi sovraffollavano corsie degli ospedali,
Il disastro per le pompe funebri costrette a funerali, sì, ma per gli animali!
La Chiesa si preoccupa prudente, giustificando la sua contraddizione,
Parla di disegni imperscrutabili, ma senza morte non c'è resurrezione!
Dicono in un paese d'Europa la morte improvvisa sparì,
A dimostrazione di cosa sarebbe stato vivere per sempre senza epiloghi, per sempre senza cimiteri.
In sette mesi di clandestinità insegnò il clima della disillusione,
Curioso che per ritornare a mietere scelse per l'annuncio la televisione.
Con il preavviso in una busta viola, triturando i cuori per una settimana
Di lasciare scritti testamenti e prendere commiato dalla commedia umana.
Ma dicono che proprio una lettera impertinente al mittente tornò,
Non abituata a resa, umiliata più che offesa, la signora l'archivio sbirciò.
Che un concerto sfidi l'eternità non può certo negarlo un musicista,
Che segando il proprio violoncello scorse in mezzo al pubblico la donna più in vista.
Solitaria, di bellezza intraducibile, quasi aquila ma con piume di pietà,
Si ritrovò nel letto della preda bruciando la sua lettera, allungandogli l'età!
E dicono che in un paese d'Europa la morte da omicidi si astenne,
Fra le braccia del suonatore, inebriata al primo amore si lasciò vivere senza uscirne indenne
E di nuovo sciopero del sonno perenne!
La lettera viola quanto una cascata di paura tracimata in tip tap di lacrime,
Se la vita è acqua che il deserto beve
Ti sei mai chiesto se la morte sia un fiammifero che incendia la neve?