Respiravo dai suoi occhi e dalle labbra la paura Il grido d'un cervo, il cadere della neve s'arrestavano irreali Non ero io a guardarla mentre fredda alla morte s'arrendeva Il mostro che vidi riflesso nei suoi occhi Non ero io, con le mani Strette attorno al suo collo Non andar via lontano da me, il tuo morir In quel nulla il suo nome gridai Gli occhi suoi sereni non riaprì quella mattina Giù al fiume fra acquitrini, sterpi e rovi Il freddo del suo volto ed il mio pianto rimanevano L'unica cosa vera in quel mio mondo La sentenza terminò, poi tutto il cielo si fece fuoco L'acqua dello stagno evaporata Il gran giudice rideva nel silenzio più assordante Delle colpe che protessi da me stesso dentro il sogno