Volevo essere un grande mago Incantare le ragazze ed i serpenti Mangiare fuoco come un giovane drago Dar meraviglie agli occhi dei presenti Avvitarne il collo e toglierne il respiro Un tuffatore in alto, un trovatore perso Far sulla corda salti da capogiro Passare muri e tenebre attraverso Come un cammello entrare nella cruna Librarmi, equilibrista squilibrato Uno che sa stralunare la luna Polsi di pietra e cuore alato E stupire tutti quelli Che non sanno la fortuna Che non hanno mai una festa I tristi e i picchiatelli Io lasciavo a casa un figlio Gli occhi dietro la finestra Un saluto nel berretto E non uscì un coniglio Accorrete, pubblico Gente grandi e piccoli Al suo numero magico Vedrete mille e più incantesimi Piano, non spingetevi Costa pochi centesimi Volevo diventare un pifferaio Stregare il mondo ed ogni sua creatura Crescere spighe di grano a gennaio Sfidar la morte senza aver paura Mettere la testa in bocche di leoni Un domatore vinto, un cantastorie muto Far apparire colombi e visioni L'uomo invisibile e l'uomo forzuto Lanciar coltelli e sguardi come gelo Saper andare in punta delle dita Uno che si getta a vuoto nel telo Del lungo inverno della vita E portare sopra un carro Elemosine di cielo Tra silenzi d'ospedale E strappi di catarro Io restavo zitto a fianco Quando mamma stava male E sembrava Pulcinella Dentro il pigiama bianco Accorrete pubblico Gente grandi e piccoli Al suo numero magico Vedrete Cucaio In mille e più incantesimi Piano, non spingetevi Costa pochi centesimi Se sapessi un dì Innamorarmi di quelli che Non ama nessuno Se potessi portarli lì Dove il vento dorme Se crescesse acqua dalla luna