Le impressioni solite della luce e del colore Si mescolano a un brivido di aria mattutina Le automobili cominciano a muovere le ore: Ti spettino un orecchio e ti faccio più carina... I miei occhi si ricordano di una televisione Le mani non capiscono che cosa sto aspettando Ma ho i piedi addormentati che mi danno del guardone Decido che dovrò svegliarli passeggiando E la città è già nuvola, oasi senza deserto E camminiamo tutti dentro alla carta velina Sotto a un cielo pirata, con un occhio coperto La pioggia, prima o poi, ci arriverà vicina... E sono giorni a grappoli, tenuti insieme con lo spago Talmente fitti da non entrare tutti quanti dentro al cuore E vengono da notti in cui, in virtù di qualche mago Riesce il vecchio gioco di prestigio dell'amore... Ti penso e ti ribacio in sogno io, l'incatenato Arrampicato dentro a un grande grattacielo Che gratta arruffato, arrabbiato, disperato Un paradiso sporco come un sacco a pelo... Ti penso e ti ribacio ancora io, l'incatenato Avrei dovuto certo immaginarlo prima Che con tutti i miei sforzi non mi sarei liberato Della tua maledetta faccia da bambina Di quello che gli astrologi chiamano destino E le streghe ci procurano con filtri di magia E la scienza moderna, con rigore bambino Vuol calcolare in base a dei quozienti di energia... ...Poi passa molto lenta questa strana mattinata Tra chiacchiere, ascensori e saliscendi del cuore Un vino un po' in anticipo mi corregge l'aranciata... E ripenso alla tua faccia da bambina, già invecchiata di tre ore...