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Stefano Rosso - Canzone per un anno текст песни

Исполнитель: Stefano Rosso

альбом: Il meglio


Gennaio bianco e forte intanto s'affacciava
Con gli orologi e lo spumante in mano
Coi botti che fischiavano da qualche settimana
Mia figlia che aspettava la befana
Passa l'epifania, diventa storia vecchia
Qualcuno già si maschera e si specchia
E c'è chi non si trucca perché ha la faccia bella
E per la strada incontri Pulcinella
E i vecchi che si litigano il sole
Che si concede a spicchi e all'improvviso
In fila col cervello alla pensione
E a volte puoi strappargli anche un sorriso
Passato per le cliniche di medici burloni
Che ancora grandi giocano ai dottori
Fa primavera al mare col vento e gli acquazzoni
Si chiama marzo e stuzzica gli amori
Lo vedi da lontano, frizzante e ballerino
Con la maglietta corta e un fiore in mano
Coi prati che si riempiono, copiati dai pittori
Evviva aprile, figlio dei colori
E i vecchi che si invecchiano a tressette
Di vino falso e di rassegnazioni
Mani tremanti messe ormai alle strette
E un giorno ci ammazzavano i leoni
Maggio con la madonna e le ferie anticipate
Da chi sente nell'aria un po' d'estate
Dall'altra parte nevica come ieri mattina
Coprendo i morti e un'isola argentina
Si provano i costumi specchiandosi di lato
Qualcuno è rosso e al mare già c'è stato
A giugno sulla spiaggia inseguo un aquilone
E inseguo i versi giusti a una canzone
E i vecchi che diventano un problema
Quest'altro mese dove li mandiamo?
Ma è delicato, non sai cosa dirgli
E un giorno siamo stati i loro figli
Son piene ormai le spiagge da Rimini a Tropea
E pure dove un giorno sbarcò Enea
Son piene di turisti di donne e di bambini
Evviva luglio, il mese dei bagnini
S'affaccia all'orizzonte la prima nube strana
È agosto già da qualche settimana
Si scambiano il telefono, dio degli innamorati
Le ragazzine e i prossimi soldati
E i vecchi che ci guardano finire
Le ferie al mare, ai monti o alla collina
Ci guardano e a me sembra voglian dire
"Per noi è finita tanto tempo prima"
È il mese delle vergini confuse e sfortunate
Dell'ultime magnifiche giornate
È tempo di tornare a fabbricare soldi
A vivere di nuovo di ricordi
Settembre è andato e lascia tini ricolmi d'uva
Poeti nuovi e nuove facce a scuola
Vorrei tornare a vivere la puzza di quegli anni
Purtroppo capita una volta sola
E i vecchi che non trovano parole
E lasciano i discorsi all'imbrunire
Fanno ritorno a casa se Dio vuole
Eppure chissà quanto hanno da dire
Si portano montagne di fiori e di lumini
La gente si ricorda che si muore
Fra i camposanti e l'anima al lume di cerini
Due lacrime sputate con il cuore
Natale ormai è alle porte, si cerca chi invitare
Per il cenone e per poter brindare
Con lo stipendio doppio, volato in allegria
Che insieme all'anno vecchio è andato via
E i vecchi che ci guardano incantati
Che sanno che è soltanto tutto un gioco
La guerra i soldi e tutti i suoi soldati
Che in fondo dura tanto tanto poco
E i vecchi che ci guardano stupiti
Come per dire "L'ho già fatto io"
E quando i giorni belli son finiti
Di nuovo tutti, tutti in braccio a Dio

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