Nel giardino del re è tornata sera, dolce cara sera Nello stagno del re bianchi cigni che Increspando l'acqua calda e chiara Dormono e intanto il re posa gli occhi blu sulle cose che Vuole avere per sé, solo che per sé Il palazzo d'oro dove dormono le cento sue regine Il cavallo alato che lo porta via Per i prati di ginestre giù per valli sino al lato oscuro Delle trote blu, dei cervi agili Dalle corna lunghe come rami d'olmo Passa in fretta il tempo al largo delle trote blu Forse minuti, forse giorni, forse mesi, forse più Zufola felice il vecchio re che tutto ha I boschi, il cielo, il lago, il sole, il bene, il male, la pietà Poi la notte viene, copre il cielo e il lago Ma la notte del re non è bianca come cera di candela E di sogni del re sono tre Uno parla di un re senza dio che crede solo al proprio io Il secondo di un re che non c'è Ed il terzo ancora, di una triste aurora