Se guardo bene oltre quel giardino Oltre il miracolo di una vita nuova Nei labirinti del mio "ero bambino" Oltre il fragore di una supernova Se guardo bene dietro quegli occhiali Che d'ombre offusche ed arida è la fronte Tace il poeta nel rigo degli annali E arretra il fiume, non sale al monte Se guardo bene, al coro non mi aggiungo E a questa falsa libertà mi nego Confondo con l'indifferenza il fango E nella corte dei distinguo annego Ma è tardi per lasciarsi andare A ciò che ho preso avrei dato il regalo E tutto è un dono e un fare e poi guardare È una tenerezza, un precipizio, un volo Ma poi, ma poi... Quando la notte copre la mia casa E nel silenzio delle paure Nell'infinito, il mio respiro Madre mia, tieni, ti ridò il mio corpo Quello che un giorno tu mi hai consegnato In nome del mio amore, batto un colpo Sulla tua porta l'uscio del sagrato Che tutto è adesso e nulla poi il domani Tanto è lascivo e gravido quel cielo Che non preannuncia sole né aeroplani Che non tradisce aria, vento e gelo E cosa importa di chi va o rimane Che tanto è vana degli ... la storia E del vassallo i russi e il loro cane E anche la polvere e la vanagloria È tardi per il gioco del rimorso Di non aver fatto ... o preferito La strada storta, tempo perso A quella facile, gracile, del mito Perché io esisto solo dentro un sogno Ed anche lì fatico a ritrovare Nel filo rosso, un cantico, un disegno Chi sei, chi sono? Siamo odio e amore E in fondo alla scintilla dei tuoi occhi Trovo le ali, gli alberi e le radici Trovo la voce, il canto fra gli specchi Terra di mari e degli amici Ma poi, ma poi... Quando la notte copre la mia casa E nel silenzio delle paure Nell'infinito, il mio respiro