Le quindici e quaranta In via Montemartini L'autunno già s'incanta Nel vuoto dei giardini Le quindici e quaranta C'è Rita alla panchina Scolpita come santa O come madonnina Il busto ben eretto Paresse stesse in posa In mano ritto stretto L'avanzo di una rosa E come se pregasse Col capo chino a destra Pareva che guardasse Diritto alla finestra Col tempo dell'amore Che dolce si rinserra La Rita ha preso il fiore E l'ha piantato in terra O rosa benedetta Dall'acqua di fontana Nessuno più ti aspetta Né santa né puttana Tu, ultima illusione Che il mentecatto afferra La rossa tua passione Già stinge nella guerra "Mi tolgo la sottana Mi spoglio d'ogni cosa Di ogni veste umana Per diventare rosa" Arriva l'ambulanza Con la sirena in resta La Rita nuda danza E grida: "È la mia festa!" La festa del dolore Già torsolo di rosa Che può scoprirsi amore Del nulla d'ogni cosa "Portatemi pur via Son matta e sono santa È dolce l'anarchia Alle quindici e sessanta Ridatemi la stanza Laggiù a villa fiorita Abbiate un po' clemenza Per Rita che è impazzita" Si veste dolce dolce Con gesti di poesia Poi canta sottovoce: "Coraggio, andiamo via" Le quindici e sessanta E in via Montemartini L'autunno ancora incanta Il vuoto dei giardini E dalla mia finestra Né santa né puttana Guardando sulla destra C'è quella rosa strana