Kishore Kumar Hits

Assalti Frontali - Spugne текст песни

Исполнитель: Assalti Frontali

альбом: Profondo rosso


Le spugne galleggiano un pò
Assorbono, assorbono
Ma tutto ciò che assorbe, affonda
Io affonderò
Prendo un po' di calma, voglio stare a galla
Come quella volta alla porta di Ramallah
Ho chiuso gli occhi, ho aperto il mio cuore
Perché ogni giorno qualche cosa nasce e qualche cosa muore
E porto con me un dolore, che viene da lontano
Lontano, è un richiamo
Le spugne galleggiano un pò
Assorbono, assorbono
Ma tutto ciò che assorbe, affonda
Io affonderò
Prendo un po' di calma, voglio stare a galla
Come quella volta alla porta di Ramallah
Ho chiuso gli occhi, ho aperto il mio cuore
Perché ogni giorno qualche cosa nasce e qualche cosa muore
E porto con me un dolore, che viene da lontano
Lontano, è un richiamo
Io tornavo a casa già distrutto
Ripensavo a tutto
Canticchiavo il brutto, il bello e il bello e il brutto
Elaboravo il lutto
Di quello che ora è andato e quello che ho perduto
Perché non siamo niente
Io sono un sopravvissuto
Ma il cuore va, il cervello va
Vanno i nervi e i muscoli
Siamo cosi forti, fragili e minuscoli
E non importa se avrò vinto o perso
Io sono diverso, accendo il fuoco e risto e loco, anche se scherzo
E qualcosa dentro è morto e prende lo sconforto
Il sogno è già finito ed era cosi corto
Dove volevo andare? Cosa volevo fare?
Dovevo perderlo il mio sguardo e poi dimenticare
Ma resto ancora qui, tra l'esplosione e il fumo
Se non la faccio io sta strada, non la fa nessuno
E' un pezzettino è vero, è mia poesia in questa città
Ci manca molta fantasia per sopportare la realtà
Le spugne galleggiano un pò
Assorbono, assorbono
Ma tutto ciò che assorbe, affonda
Io affonderò
Prendo un po' di calma
Voglio stare a galla
Come quella volta alla porta di Ramallah
Ho chiuso gli occhi, ho aperto il mio cuore
Perché ogni giorno qualche cosa nasce e qualche cosa muore
E porto con me un dolore, che viene da lontano
Lontano, è un richiamo
E ora Assalti che dice? Che dice?
Militant A che dice?
Io senza lotta non so essere felice
E a Roma che si dice? Che si dice?
La vita che dice?
Ho un segno in faccia che non è una ruga, è una cicatrice
E credo ancora, credo sempre, credo a tutto
Come un neonato
Qualcosa è morto ma qualcosa è anche nato
E torno a casa nel macello
Canticchiando il bello, il brutto, il brutto e il bello
Dentro al mio cervello
Accarezzando un coltello
Che ho sempre in mezzo ai denti
Non lo cambiamo il mondo, lo lasciamo tutto
Come ai mezzi eventi
Tra palazzine, affari e luci delle insegne
Chi vedo? Vedo i miei, le persone degne
E lascio i dubbi filosofici, ho la mia disciplina
Faccio i miei gesti meccanici, parlo con la rima
Con una voce dentro, dagli abissi del tempo
Qualcuno da laggiù mi ha lasciato un testamento
E resto ancora qui, tra l'esplosione e il fumo
Se non la faccio io sta strada, non la fa nessuno
E' un pezzettino è vero, è mia poesia in questa città
Ci manca molta fantasia per sopportare la realtà
Le spugne galleggiano un pò
Assorbono, assorbono
Ma tutto ciò che assorbe, affonda
Io affonderò
Prendo un po' di calma
Voglio stare a galla
Come quella volta alla porta di Ramallah
Ho chiuso gli occhi, ho aperto il mio cuore
Perché ogni giorno qualche cosa nasce e qualche cosa muore
E porto con me un dolore, che viene da lontano
Lontano, è un richiamo
Le spugne galleggiano un pò
Assorbono, assorbono
Ma tutto ciò che assorbe, affonda
Io affonderò
Prendo un po' di calma
Voglio stare a galla
Come quella volta alla porta di Ramallah
Ho chiuso gli occhi, ho aperto il mio cuore
Perché ogni giorno qualche cosa nasce e qualche cosa muore
E porto con me un dolore, che viene da lontano
Lontano, è un richiamo

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