Un tempo per muovere l'aratro Altro non vi era che anteporvi un bue E ottenevi del solco il risultato Sommando le passività dei due. Creatura e utensile assemblati dal giogo Nella stretta servile del medesimo nodo. Nel bove spento è l'occhio minerale Prospettico all'usuale seminato Al saldo d'un domani ancora uguale Tutt'uno con l'attrezzo e col tracciato. Per questo stenti a scorger le ragioni Di tutto ciò che un toro fa evidenza, Ossia che in pochi grammi di coglioni Consista l'abissale differenza. Ma è innegabile che tale scarto si vede: Giogo adatto non c'è – non cammina, ma incede. Il toro ha un corno disegnato ad arco Che lancia il suo nemico tra le stelle, E' fatto apposta per aprirsi un varco Sfilandone dal buco le budelle. Cosa genererà l'indomabile fuoco Che lo fiancheggerà nell'arena tra voi? Su coraggio, chi sta dalla parte del toro? Che si aspetta a unirci a lui? Qualcuno con quel toro ha da spartire L'idea che più incivile non si può Che chi ti vuol la pelle requisire Dovrebbe ben pagarla anzichenò. Specie chi come voi pare proprio sia avvezzo A scucirne di molte, sorvolando sul prezzo. Quattro torpedini sotto superficie Le avrete in culo al tempo d'un rosario, Quattro torrenti di ira redentrice Già vi hanno scelto come loro estuario. Due giungono portando in dotazione Artiglieria leggera, ma per dire. E un'altra avanza a modo di scorpione: Punta e veleno tanto per gradire. Poi c'è un quarto che viaggia imbottito a tritolo Verso l'ultima spiaggia da cui spiccare il volo. Mezz'ora d'inferno scoperchiato Vi ha già ridotto alquanto la baldanza Benché qualcuno lo si sia accoppato Si replica che è troppo ciò che avanza. Detti saranno poi Portatori Del Fuoco, Una mano che sa appiccarlo per noi. Fuoco amico di chi, portatore del giogo, Voglia disertare i buoi!